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Un classico della letteratura di viaggio che ci accompagna nella magia del Giappone e la fa risuonare dentro di noi, un libro incantato che svela un mondo di armonie segrete In un giorno di fine giugno, al culmine della stagione delle piogge, Alan Booth parte per un'impresa mai tentata prima: percorrere il Giappone a piedi, da un capo all'altro delle due isole estreme, da nord a sud, da Soya a Sata, coprendo una distanza di oltre 3000 chilometri. Sata è il capo dell'isola più a sud tra le quattro principali del Giappone. Ma è molto più di un luogo: rappresenta una sfida, un limite estremo ma anche un simbolo di un Paese cangiante che, tra luci e ombre, viaggia sempre sul filo tra antichità e progresso, tra spiritualità e ipermodernità. Perché durante questo viaggio su vie secondarie e poco battute, Booth - un vero animale da città, cresciuto a Londra e residente a Tokyo - scopre un universo incredibile e diverso e impara che le generalizzazioni, e dunque «i giapponesi», non esistono. Gli abitanti dell'arcipelago infatti sono «più di 120 milioni, hanno da zero a centodiciannove anni, popolano un territorio che si estende per ventuno gradi di latitudine e ventitré di longitudine e svolgono professioni che vanno dall'imperatore al guerrigliero urbano». Tra ryokan scalcinati, strade battute dal sole, montagne sacre e scogliere sferzate dal vento, l'autore apre una finestra sul Giappone più autentico. Quello che scopre è un universo magico, impregnato di valori antichi e tensioni mistiche - come quella tra giri , «il dovere» e ninjo , «le umane emozioni» - che convivono come molte anime nel popolo giapponese e nella sua natura straordinaria. Un viaggio a piedi in un Giappone magico all'insegna dell'amore per la scoperta e della capacità di stupirsi, per perdersi e ritrovarsi nel panorama luminoso e sfaccettato dell'umanità e del paesaggio nipponico.