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Di Pinocchio, burattino perdigiorno e generoso, si amano anche i difetti, con l’indulgenza che si riserva a chi si conosce molto bene. D’altra parte, la perspicacia e l’ironia con cui Collodi narra le sue peripezie, dalle premure di Geppetto alla pancia del Pescecane, hanno fatto di questo libro uno dei ritratti più acuti dei vizi e delle virtù del nostro Paese, e insieme una delle opere italiane più tradotte al mondo.

CARLO LORENZINI (Firenze, 1826-1890) è più famoso con lo pseudonimo di Collodi, dal nome del paese d’origine della madre. Brillante giornalista e intellettuale vivace, fondò un quotidiano di satira politica e collaborò con diverse riviste. Il primo testo per l’infanzia risale al 1876: la traduzione dal francese delle fiabe di Perrault. Da quel momento Collodi si dedicò alla letteratura per ragazzi, ma la notorietà arrivò solo con la pubblicazione de Le avventure di Pinocchio, apparse inizialmente a puntate nel 1881 sul «Giornale per i bambini» con il titolo Storia di un burattino