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Jimmy Carter ha ricoperto la carica di presidente tra il 1977 e il 1981 in un momento molto difficile per gli Stati Uniti, con una grave crisi economica generata dal taglio della produzione petrolifera da parte dell’OPEC e una forte crisi di credibilità della politica causata alla disfatta della guerra in Vietnam e dallo scandalo Watergate. Carter sarà il primo presidente dal 1933 ad avere una formazione tecnica anziché politica o militare, la sua politica estera verrà insignita con il Nobel per la Pace e sarà il primo leader americano a progettare una politica di differenziazione energetica concentrandosi su energie rinnovabili, per cercare di ridare al Paese quella supremazia economica e politica perduta.

Furia Berti vive a Milano, è giornalista, ha lavorato con diverse riviste e quotidiani nazionali, ha pubblicato due libri sulle migliori battute del cinema per l’editrice Il Castoro e diversi volumi di carattere storico-divulgativo.

«Carter fu un precursore che si prefisse mete molto alte per quegli anni, gran parte delle sue scelte cambiarono profondamente la Casa Bianca lasciando un segno indelebile e un modello politico innovativo che ogni futuro candidato non poteva più ignorare.»