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Sulla sanità degli USA il luogo comune è che senza assicurazione o carta di credito non si viene curati. Sull’istruzione la «vulgata» va dalle stragi nelle scuole ai debiti degli studenti per pagarsi l’università, di cui spesso non si liberano più. L’altra faccia della medaglia sono i grandi centri di ricerca medica e farmacologica e alcuni degli atenei privati più prestigiosi al mondo. Estremi di una «cultura del privato» difficile da capire in Italia, nonostante l’arretramento del settore pubblico degli ultimi decenni. Sulla sanità – con il «campo di battaglia» di aborto e salute delle donne – e sull’istruzione – specie per le cosiddette «guerre culturali» – si giocherà una parte importante della sfida tra Joe Biden e Donald Trump a novembre.
Luca Francesco Laviola ha fatto per quasi 25 anni il giornalista, 19 dei quali per l’agenzia Ansa (politica ed esteri, cronaca e sport). Ha seguito tra l’altro come inviato il G8 di Genova, le elezioni presidenziali USA, la questione catalana, i terremoti in Italia e l’inchiesta su «Mafia Capitale». Ora fa l’autore – predilige la storia contemporanea e la politica estera – e organizza appuntamenti culturali e mondani.
La sfida di novembre tra Joe Biden e Donald Trump per la Casa Bianca, la rivincita del 2020, sarà anche un confronto tra il liberismo temperato del presidente uscente, che promette un «welfare state» più robusto per chi resta indietro, e quello sfrenato del tycoon. In particolare sulla sanità – in primis sulla salute delle donne e sull’aborto –, ma anche sull’istruzione – con le cosiddette «guerre culturali» – si giocherà una parte consistente della partita delle presidenziali.